Discorso del Sindaco - 25 aprile 2020
Pubblicato il 24 aprile 2020 • Anagrafe
Cari cittadini e cittadine,
in queste settimane così impegnative, celebriamo oggi la ricorrenza del 25 aprile. Festeggiamo il crocevia della nostra Repubblica che, tengo a ricordare, rappresenta un fatto, un accadimento e non un’ideologia o un’appartenenza politica. È il giorno in cui insieme ricordiamo, come è nostro dovere fare, la Liberazione del nostro Paese dall’occupazione nazifascista, il momento in cui siamo tornati a camminare sulla strada della libertà, nell’uguaglianza dei diritti e dei doveri.
Tuttavia, oggi, dinnanzi a un futuro così incerto, guardare al passato potrebbe non essere semplice, me ne rendo conto. Eppure, ci resta il dovere di ricordare quello che la storia ci ha insegnato perché, a ben guardare, resta tremendamente attuale.
Negli ultimi anni si è spesso fatto fatica a dare forma e giusta rappresentazione alla Liberazione, a quel sentimento comune, a quell’azione collettiva che ci sono sempre stati raccontati con grande trasporto, da chi c’era e c’è stato. Ma, proprio oggi, cercare di attualizzare questo momento storico è quanto mai necessario.
75 anni fa gli italiani si sbarazzavano di un regime che portò alla sopraffazione dell’uomo sull’uomo, privandoci dei nostri diritti, gettandoci nell’abisso della crisi economica, della miseria, della fame, del razzismo di Stato, nella tragedia della guerra mondiale e delle sue oltre 470mila vittime italiane. La distanza da quei giorni non deve far dimenticare che furono violenze e privazioni che coinvolsero tutto il popolo, umiliandone la quotidianità: 150mila furono le vittime civili, senza contare i morti per le violenze squadriste, in carcere o al confino, e chi perse la vita per le condizioni sanitarie.
Nel periodo difficile che stiamo attraversando tocchiamo con mano solo delle piccole rinunce di libertà, se paragonate a quelle imposte da un regime autoritario. Eppure, già sentiamo l’esigenza di assicurarci che le nostre tradizioni, la nostra cultura, le nostre abitudini riescano a sopravvivere intatte. Credo che tanto basti per immaginare quanto drammatico possa essere stato vedere la propria libertà completamente sopraffatta.
È imprescindibile, quindi, custodire e tramandare la Memoria di quanto accadde, quale unico e straordinario antidoto contro i fantasmi del passato. Certo, lo fa da sempre la nostra Costituzione che, come sostrato dell’unità nazionale, ne rappresenta l’antitesi più netta. Ma tocca anche a noi, in prima persona, ricordarci e ricordare che la Repubblica Italiana è nata dalla Resistenza, per riconquistare e difendere quella libertà nata appunto con il 25 aprile.
Dietro la parola Resistenza, infatti, si cela il sacrificio di molte vite, perse in uno sforzo collettivo e popolare contro un nemico comune e totalitarista, dove ognuno ha fatto la propria parte. Nostro malgrado, in questi ultimi due mesi, abbiamo dovuto sperimentare cosa significhi lavorare tutti per il bene di tutti e quanto sia importante la coesione, la responsabilità, la solidarietà ed il sacrificio che una comunità sa profondere nell’affrontare sfide collettive, quale è questa Pandemia. Solo con l’etica della responsabilità condivisa, in cui ognuno si fa protagonista, oggi come allora ci permetterà di uscirne trionfanti.
Esortiamoci, quindi, a difendere ciò che è stato. Solo così potremo migliorare ciò che oggi ci appare ingiusto, insufficiente o perfettibile ricordandoci che le conquiste della nostra società sono tali solo se democratiche, perché consolidate tra la gente dalla gente.
Buon 25 aprile!
Giorgio Ape