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Accoglienza dei minori stranieri non accompagnati

Pubblicato il 17 maggio 2022 • Agricoltura

Si è tenuto mercoledì 30 marzo 2022, presso la sede dell’INMP, l’evento “Valutazione dell'età dei minori stranieri non accompagnati: promuovere un approccio multidisciplinare e rispettoso dei diritti umani”. La giornata, organizzata dall’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) e dall’Ufficio della Rappresentante Speciale della Segretaria Generale del Consiglio d’Europa sulle migrazioni e i rifugiati, nell’ambito del calendario degli eventi della Presidenza italiana del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa (novembre 2021 - maggio 2022), è stata suddivisa in una sessione introduttiva e due sessioni tecniche.

Nella sessione introduttiva sono intervenuti Concetta Mirisola, Direttore Generale dell’INMP; Maria-Andriani Kostopoulou, Presidente del Comitato sui Diritti del Bambino del Consiglio d’Europa; Leyla Kayacik, Rappresentante Speciale sulla Migrazione e i Rifugiati del Consiglio d’Europa; Sandra Zampa, Relatrice della legge italiana sulla Protezione dei Minori stranieri non accompagnati, e Roberto Speranza, Ministro della Salute. Si è parlato del protocollo italiano per la valutazione dell’età dei minori stranieri non accompagnati.

Il protocollo italiano - “L’Italia ha sempre rappresentato il paese di arrivo In Europa per una gran parte dei migranti provenienti dal Sud del Mediterraneo, come anche di una parte dei quelli provenienti dai paesi dell’Est Europa. Negli anni passati questo flusso è costantemente aumentato, come è aumentato anche il numero di minori non accompagnati che raggiungono il nostro paese. Da molto tempo l’Italia ha compreso l’importanza di accogliere minori nel nostro paese in modo adeguato, tenendo conto della loro vulnerabilità”, ha dichiarato la Dott.ssa Concetta Mirisola, Direttore Generale dell’INMP. “L’esperienza decennale acquisita nell’accoglienza e nella presa in carico socio-sanitario delle persone migranti e dei più vulnerabili, ha permesso all’INMP di individuare nell’approccio multidisciplinare un metodo di intervento efficace e sostenibile. Anche nel caso del “Protocollo multidisciplinare per la determinazione dell’età dei minori stranieri non accompagnati”, l’adozione di un approccio multidisciplinare ha permesso di garantire maggiore oggettività nella determinazione dell’età e, non meno importante, il pieno rispetto della dignità del minore”.

Il protocollo è stato perfezionato e sperimentato dall’INMP nel 2016 su 132 casi presso gli hotspot di Trapani Milo e Lampedusa, nel corso di un progetto europeo di cui l’Istituto Nazionale era capofila. Un percorso partito da lontano e che grazie al sostegno del Ministero della Salute, a partire dalla legge n. 47 del 2017, cosiddetta Legge Zampa, è giunto all’approvazione il 9 luglio 2020 con sancito accordo in Conferenza Unificata.

Cosa prevede il protocollo? Il protocollo contiene una procedura univoca e clinicamente appropriata per l’accertamento dell’età dei minori stranieri non accompagnati, che considera, nel rispetto del superiore interesse del minore e su richiesta dell’Autorità giudiziaria competente, la valutazione dell’età in fasi incrementali: l’intervista sociale, la valutazione psicologica e, solo nei casi in cui permanga un’incertezza, la valutazione pediatrica auxologica, da condurre nelle modalità meno invasive possibile. Laddove, all’esito di ciascuna fase o stadio della procedura emergano elementi ragionevolmente certi circa la minore età, non si procede alla fase successiva. Qualora invece, dopo l’accertamento socio-sanitario, permangano dubbi sulla minore età, questa si presume ad ogni effetto di legge.

I numeri dell’indagine nazionale - Più di un anno dopo la sua approvazione, è stato condotto dall’INMP un monitoraggio rigoroso del protocollo che, oltre a fornire un’immagine chiara del suo utilizzo nelle varie regioni italiane, offre indicazioni importanti per migliorarne l’applicazione. È stato predisposto un questionario che indaga sia gli aspetti relativi all’adozione formale del protocollo da parte delle aziende sanitarie e sia come esso è utilizzato nella pratica, attraverso l’indagine su alcuni degli aspetti che maggiormente lo caratterizzano. Il monitoraggio ha avuto un’adesione di oltre l’85% delle aziende sanitarie interpellate (102 su 118). La peculiare struttura del sistema sanitario italiano, che garantisce autonomia alle Regioni nell’erogazione dei servizi sanitari, ha messo in evidenza una difforme applicazione del protocollo che in alcuni casi è risultata nella persistenza di vecchie pratiche non più in linea con le indicazioni attuali. Tra chi ha partecipato all’indagine, 37 aziende hanno risposto che al loro interno opera un team multidisciplinare, mentre in 65 non è stato istituito. Delle 37 aziende che hanno costituito il team, solo 29 adottano il protocollo approvato in Conferenza Unificata o un approccio multidisciplinare affine allo stesso (18 e 11 rispettivamente), mentre le restanti 8 aziende utilizzano un metodo di valutazione per la determinazione dell’età non allineato, nella metodica e nell’approccio, con il protocollo adottato.

C’è, dunque, una buona uniformità della composizione del team e della aderenza delle procedure utilizzate alle indicazioni del protocollo da parte delle 29 aziende che utilizzano un protocollo multidisciplinare. Tuttavia, l’adozione del protocollo da parte delle Aziende sanitarie risulta, ad oggi, limitata. Potrebbe aver influito il periodo pandemico e il fatto che, comunque, tale procedura non rientra tra i LEA. Il monitoraggio avviato da INMP ha ciononostante, permesso di attivare l’interesse delle aziende sul protocollo, al punto che delle 65 che non hanno istituito il team, 22 hanno dichiarato di essere pronte a farlo.